Il mese di Settembre è stato proficuo sotto i tutti i punti di vista. Molti acquisti, alcuni dei quali divorati in una notte senza troppe remore, altri riposti in libreria per essere accarezzati e letti magari tra un mese.
È così che mi piace organizzare le letture, in modo totalmente casuale, ma nella consapevolezza che ci sarà sempre qualcosa da aggiungere, anche se sugli scaffali ci sono più di cento libri che aspettano di essere letti.
Ora vorrei, molto brevemente, illustrarvi le mie letture del mese in modo che possiate prendere ispirazione se fra i vari generi e titoli c’è qualcosa che può interessarvi. Per alcuni di questi libri che mi hanno particolarmente colpito farò delle recensioni singole, quindi in questo articolo non troverete niente di troppo approfondito, giusto qualche consiglio per gli acquisti e un paio di spunti.
- La separazione del maschio – Francesco Piccolo
Un libro bellissimo. Molto diretto e crudo nel modo di trattare gli argomenti ma anche molto naturale. C’è un maschio, capace di esercitare senza remore e alcun senso di colpa la sua poligamia, che si trova a fare i conti con la separazione dalla moglie. Questa è, in estrema sintesi, la trama. Il romanzo ruota attorno a questo evento, raccontando la vita dell’uomo, la sua sfilza di vite parallele, la sua ossessione per il sesso come strumento per entrare in relazione con l’altro, la sua capacità di vivere la vita in frammenti. E anche e soprattutto il suo essere padre, cosa che gli riesce benissimo e che lo rende un uomo felice. Il contrasto tra il suo modo di essere padre e marito, attento e premuroso, e uomo che si lascia andare senza limiti alla sua ossessione, rende questo personaggio unico nel suo genere. Spesso leggendo il testo non si riesce a fare a meno di sorridere, mentre poche pagine prima si inorridiva pensando a quello che quest’uomo è in grado di fare. Lo definirei uno scandalo necessario. In ogni caso è un 4/5. - Le Case del malcontento – Sacha Naspini
Un piccolo capolavoro. Farò una recensione dettagliata più avanti perché il mio quaderno di appunti estemporanei straripa nelle pagine che ho dedicato a questa lettura e trovo doveroso mettere in luce la bellezza di questo romanzo. L’ho trovato unico nel suo genere, una cosa nuova e spettacolare. Mi ha tenuta incollata alle pagine in quella modalità tipica dei migliori thriller svedesi (che a me in realtà non fanno impazzire, ma tutte le volte rimango sopraffatta e meravigliata dalla loro capacità di coinvolgerti), pur non avendo niente del thriller. È la storia pazzescamente bella di questo morente paesino di provincia, arroccato nell’entroterra maremmano, dove succede di tutto e di più. L’autore condensa un universo dove, attraverso una lingua dialettale che rende tutto più vero, emerge l’essenza dell’uomo. Stupendo. 5/5. - L’isola di Arturo – Elsa Morante
Non ha bisogno di presentazioni e non si possono certo dare voti alla Morante. Dico solo che l’avevo mollato al liceo, perché ancora non sapevo apprezzare certe qualità stilistiche nei romanzi, l’ho ripreso e sono felice di averlo fatto. Trovo sia un libro che è giusto leggere. - Patria – Fernando Aramburu
Cominciamo col dire che da buona Italiota w la pizza e buongiornissimo kaffèèèè quale, a volte, mi sento di essere, dei paesi baschi e delle immani tragedie che li hanno riguardati negli anni della lotta per l’indipendenza dalla Spagna, so poco o sarebbe meglio dire, niente. Me ne vergogno, ma è la verità, e leggere questo romanzo mi ha aiutato molto a capire meglio le dinamiche che ci sono state e quanto dolore, morte e tragedia hanno lasciato dietro di sé quegli anni terribili. Aramburu, che con questo romanzo si è accaparrato il Premio Strega 2018, ha scritto un libro di quelli che io adoro. È questo genere di storia che mi ha fatto appassionare alla lettura fin da bambina, questo modo di far fluire la narrazione, queste totali quanto difficili immersioni nelle vite degli altri, alla ricerca di verità che sono sempre troppo grandi e complesse per essere dette. Mi è piaciuto da morire. Mi ha commossa, emozionata e, ancora una volta, mi ha fatto desiderare di essere brava come l’autore.
È un meraviglioso mattoncino. 5/5 - Confessioni di un NEET – Sandro Frizziero
Ho già parlato di questo libro sul blog, qui trovate la recensione completa: https://passilunghienondistesi.com/2018/09/27/confessioni-di-un-neet-sandro-frizziero/
In ogni caso mi ripeto, un libro da leggere per capire meglio cosa (e soprattutto come, questo cosa, lo vivono) i giovani di oggi. 4/5. - Le ragazze – Emma Cline
Un romanzo-film. Nel senso che è congegnato in modo perfetto e mi ha rimandato con la mente a quelle sceneggiature americane dei film di successo (in realtà è anche, ma non lo sottolineo troppo perché non vorrei fosse ridotto a questo, una rivisitazione del caso Manson). Anche di questo libro vorrei parlare più approfonditamente e conto di farcela appena le giornate saranno di ventordici ore. Nel frattempo mi sento di dire che, nonostante compaiono una serie continua ed infinita di cose, che mentre leggi ti fanno pensare “So già cosa succede dopo”, in realtà non sai mai cosa succede, le cose pur essendo tante non stroppiano, anzi rendono la narrazione ancora più coinvolgente e scorrevole. È un perfetto libro da week end, oltre che un esordio molto interessante. 3/5 semplicemente perché non è il mio genere di storia. - L’uomo che trema – Andrea Pomella
Ultima lettura del mese e tra le ultime proposte di casa Einaudi. Merita una recensione completa sia per la bellezza della scrittura che per il tema trattato, che necessita di più spazio per essere approfondito al meglio, ma anche e soprattutto, per quanto mi riguarda, per aver affrontato in maniera impeccabile, concreta e risolutiva il tema del lavoro impiegatizio, da me personalmente e liberamente racchiuso nel cassetto della mia mente sotto la categoria “lavorare otto ore al giorno in un ambiente ostile che non richiede cultura, ambizione e creatività rischia di uccidere la persona”. Chi mi conosce sa quanto l’argomento mi stia a cuore e averlo ritrovato in questo libro, seppur condensato in poche pagine, in mezzo a tanto altro, mi ha dato nuovi spunti su cui riflettere. È un romanzo illuminante, un memoir forte e intenso, un racconto di vita vera che mette a nudo una condizione che riguarda molti di noi. Non è leggero, richiede un po’ più di concentrazione di altri libri, ma è veramente potente. Anche lui è stato un 5/5.
E così siamo giunti alla fine di questa carrellata. Settembre, oltre svuotarmi il portafoglio, mi ha regalato molte gioie e arricchito mente e cuore.
Anche questo mese nessun spiacevole incontro con libri che non mi son piaciuti. Sarà che per sceglierne uno ci metto un pomeriggio, è andata bene anche sta volta.
Dei testi più significativi farò, man mano e tempo permettendo, delle recensioni singole, quindi se qualcosa vi ha colpito particolarmente stay tuned, perché ho ancora molto da dirvi. Per il resto speriamo che ottobre possa regalarmi altrettante gioie.