Avete voglia di morire e poi tornare a vivere? Di spaventarvi, emozionarvi, incuriosirvi, scandalizzarvi, spegnervi e poi riaccendervi, più consapevoli e forti di prima?
Non è detto. Non tutti infatti devono necessariamente desiderare emozioni forti e travolgenti, capaci di spiazzare ogni nostra radicata certezza. Se però state cercando un motivo per reagire, uno spunto di riflessione fuori dall’ordinario, o semplicemente avete voglia di entrare nel personale processo di accettazione di qualcun altro, Febbre di Jonathan Bazzi è quello che fa per voi, una storia vera, molto diversa dalle altre, che affronta con profondità e concretezza, un tema di fondamentale importanza.
Jonathan ha 31 anni quando, nel 2016, gli viene la febbre. Una febbre che è destinata a durare e a non andarsene più. Dopo un periodo di tempo di qualche mese, fatto di autodiagnosi e paranoie, viene fuori la verità. Jonathan è sieropositivo. La scoperta della malattia è quasi un sollievo: Jonathan non sta morendo.
Come avrete capito, quindi, Febbre parla di questo. Ma non solo. La cosa che ho trovato incredibile, all’interno di questa autobiografia, è la capacità dell’autore di andare oltre al tema principale, che pur restando sempre il fulcro attorno al quale si organizza l’intera narrazione, consente di spostarsi agilmente attraverso una serie di elementi tutti diversi.
Così, dentro a queste 326 pagine, trovano spazio tanti aspetti, tanti momenti, tanti luoghi. La periferia a sud di Milano, i genitori quasi adolescenti che lo mettono al mondo, le due coppie di nonni che lo crescono, la cappa opprimente dello stigma che per forza ti appartiene se cresci all’ombra delle case popolari, l’assenza del padre, l’amore per i giochi da bambina.
Totalmente immerso in questa realtà, fatta di spaccio, dialetti gridati da un balcone all’altro e stanze cupe, dai soffitti troppo bassi, Jonathan cresce, come una pianta in un luogo ostile, e si fa largo, riuscendo piano piano a dare voce alla sua essenza.
Lui così diverso, lui così altro rispetto a ciò che lo circonda, un ragazzo attento, fatto di interesse verso la parola scritta, di amore per la lettura, di curiosità verso il mondo e di tanta, troppa emotività, trova, forse anche grazie alla malattia, lo spazio per esprimersi, per raccontare la sua esistenza.
È un racconto di riscatto, di emancipazione, un’indagine personale verso se stessi e il mondo circostante, condotta con una capacità di analisi della realtà sorprendente e una tendenza all’introspezione notevole.
Di questo libro mi è piaciuto tutto: la voglia di non tacere, la forza interiore, il tentativo di tirarsi fuori, la descrizione senza filtri della malattia e la necessità di ritagliarsi il proprio posto nel mondo, a prescindere da dove si arriva, a prescindere da ciò che si rappresenta. Jonathan è Jonathan, e questo deve bastare, agli altri, ma soprattutto a lui. Un racconto di accettazione e amore verso se stessi, di lotta al pregiudizio e di vita vera.
Toccante come pochi e profondamente coraggioso.
TITOLO: Febbre
AUTORE: Jonathan Bazzi
CASA EDITRICE: Fandango Libri
ANNO: 2019
PAGINE: 326
PREZZO: 18,50€