“Ci dissanguiamo costantemente e che tutto sanguini, per favore, per sempre, allora, perché il sangue è quello che c’è prima che la vita cominci. La vita. La vita non è altro che un’inconsapevole attesa. Poi arriva, e fa male.”
L’anno scorso, in un week end d’estate, ho letto “Napoli mon amour”, esordio di Alessio Forgione edito NN. L’ho amato, ve l’ho già detto e non starò qui a ripetermi. Quando ho saputo della nuova uscita in programma per questo 2020, “Giovanissimi”, arrivato in libreria il 23 gennaio, non ho potuto trattenere la curiosità.
L’ho letto in una giornata. La vita esile e ancora tutta da vivere di Marocco e dei suoi amici l’ho divorata in qualche ora. Io seduta sul divano. La storia che procede, si evolve, le vite all’interno che cambiano, si modificano. Apri il libro che sei speranzoso: c’è entusiasmo, c’è forza, c’è un vigore giovanile che può esserci solo a quell’età. Ci sono anche sentimenti belli, emozioni da condividere, passioni radicate. C’è il calcio, la squadra, la scuola. Una dimensione padre figlio complessa ma autentica, come non sempre accade. C’è una città piena di controsensi sullo sfondo. E poi ci sono delle crepe. Grandi e piccole, sono lì. Poi, ad un certo punto, arriva l’amore, quello che ti fa venire la voglia di spaccare in due il mondo e che ti fa credere di poterci riuscire davvero, quello che, per la prima volta, cambia un po’ il modo di vedere la realtà. Tutto sembra più o meno scritto, in questa periferia di tentativi e di speranze a metà, dove aspettative e desideri sopravvivono, nonostante tutto. E invece poi arriva la vita, con la sua arbitrarietà è lei a decidere, per tutti, e a chi rimane non resta che aspettare. Ma come si fa ad aspettare, quando tutto è già successo?
Al di là della trama, che non vi dico (come sempre!), secondo me interessante, sia per come è costruita sia per i temi che tratta, ciò di cui vale la pena parlare è però l’autore, lo stile che adotta e l’angolatura da cui guarda il mondo. La sua è una voce riconoscibile che, nelle due opere che ho avuto modo di leggere, rimane sempre fedele a sé stessa. C’è un’identità, precisa e ferma, che nonostante la diversità delle due narrazioni è possibile ritrovare, a dimostrazione di come questo scrittore abbia una sua distinguibile e personale capacità di raccontare il mondo.
Forgione è bravo perché nelle sue narrazioni non fa sconti a nessuno, non ha paura di raccontare la realtà per come è fatta. Di fronte alla sua penna non c’è spazio per l’artificio, non perché non ne sia capace, ma perché la sua cifra ed il suo punto di forza risiedono proprio nella sua capacità di farti sentire il valore di un piatto di pasta alla norma cucinato con amore, l’importanza di un abbraccio di tuo padre, il peso del tradimento di un amico.
È estremamente semplice, all’apparenza, ma non avviene quasi mai. Così pagina dopo pagina si ha la sensazione di essere dentro ad una cosa autentica, drammaticamente viva, pulsante. Non è scontato avere una lucidità così schietta, che si sposa con uno stile particolare e molto diretto, asettico nella sua possibilità di colpirti. Insomma, è diverso dal solio, ma è potentissimo, e in questo secondo scritto, il focus su una fase della vita particolare come l’adolescenza non fa che rendere ancora di più evidenti quelle che sono le sue possibilità, la sua capacità di usare la penna come un’arma, che fa sia bene che male.
Se avete voglia di leggere un giovane italiano con una marcia in più e un’attenzione all’introspezione mai ostentata ma presentissima, Alessio fa per voi, entrambi i libri sapranno entrarvi dentro!
TITOLO: Giovanissimi
AUTORE: Alessio Forgione
CASA EDITRICE: NN Editore
ANNO: 2020
PAGINE: 220
PREZZO: 16 €