Non leggo storie perché non ho niente da fare. Al contrario leggo romanzi, perché sento che in essi c’è molta più verità che in qualsiasi altro luogo. Di solito, quando non so che pesci pigliare nel mio quotidiano, ricerco nella storia che sta accompagnando quello specifico momento della mia vita la risposta di cui ho bisogno. E la cosa incredibile è che, quasi sempre, la trovo. Certo ogni tanto è bello sedersi sugli allori della propria mente e lasciar scorrere il testo per quello che è, senza troppe pretese o ricerche. Ma la parte più bella dell’amare la letteratura è nella possibilità che ogni volta essa ci offre di conoscere meglio le persone che siamo.
Non fa niente scritto da Margherita Oggero e pubblicato da Einaudi nel 2017 mi è sembrato, da subito, un testo capace di sfidare la mia emotività e le mie domande sulla vita, ponendomi di fronte ad una storia molto diversa da quelle che solitamente mi attraggono.
“Può esistere un amore di madre che non contempli l’esclusiva? La natura ha davvero leggi così rigide da non ammettere eccezioni?”
La trama – non amo condividerle qui sopra – la si può trovare ovunque. Ridotta all’osso? Due donne fanno un patto che le terrà legate per tutta la loro vita. No, non sono le recensioni veloci di libri di Cattelan, ma visto che il tempo è poco preferisco usare questo spazio per incuriosire e raccontare come mai una lettura ha avuto così tanta importanza per me. Poi i dettagli si possono scoprire leggendo.
Dicevo, quindi, un patto e poi due donne. Le donne sono Esther, intellettuale ebrea che ha dovuto lasciarsi tutto alle spalle ed è arrivata in Italia con un bagaglio di dolori e perdite mai del tutto elaborate, e Rosanna, giovane bellissima già segnata dalla condizione sociale in cui è nata, che a casa di Esther e del marito Riccardo lavora.
Quelli che possono sembrare due mondi distanti e del tutto privi della possibilità di intersecarsi troveranno invece un incastro perfetto nella condivisione delle proprie esistenze. Due vite segnate da avversità rendono Esther e Rosanna simili, pur nella loro distanza sociale. È questa somiglianza che le porterà ad avvicinarsi, fino a condividere l’impensabile.
Un patto. Un segreto condiviso e tenuto nascosto a tutti, per poter raggiungere una condizione di tregua alla quale entrambe, dopo tanto lottare, desiderano avere accesso. Non c’è nessuno spoiler in quello che sto per scrivere, la quarta di copertina contiene questa informazione. Ed è proprio questa informazione che mi ha spinta a comprare il libro. Il rendermi conto che in questa storia si sceglie di spartirsi l’impensabile.
Esther non riesce a dare un figlio a Riccardo, non potrà farlo mai. Rosanna è giovane e in forze. Esther le chiede: perché non me lo fai tu un figlio? E dopo tanto pensare Rosanna risponde: ho deciso che glielo faccio un bambino, signora. Così Andrea viene al mondo.
Esther e Rosanna diventano madri, insieme. Passano gli anni, le due donne rimangono legate, la vita di provincia le schiaccia, entrambe amano la città e vogliono vivere il fermento di quegli anni. Anno dopo anno, restano legate. Esther si mette a lavorare con il marito, Rosanna si forma e trova un lavoro a Torino. Un lavoro vero, di quelli in cui si rimane seduti ad una scrivania, non piegati nei campi a spezzarsi la schiena per pochi soldi. Esther la aiuta, la sostiene economicamente per lasciarle la possibilità di costruirsi una sua indipendenza. E Rosanna ricambia, segue Andrea anche da lontano, madre a distanza di cui nessuno conosce i reali sentimenti; rimane vicina ad Esther in ogni momento, anche in quello più terribile.
Il romanzo termina così, all’improvviso le parole non servono più, è la scrittrice stessa a farcelo capire. Quello che bisognava dire è stato detto, e come un cerchio anche il racconto viene finalmente chiuso; tanta la potenza e l’orrore delle immagini storiche con cui è cominciata la narrazione, tanta l’aria di rinascita e cambiamento che soffia a Berlino all’inizio degli anni novanta.
In questo scenario salutiamo i nostri personaggi, li lasciamo ai loro destini ancora del tutto aperti e imprevedibili, ai loro sogni e ai loro trascorsi, con una punta di malinconia ma anche tanta fiducia verso di loro.
Se devo dire cosa ho provato mentre le righe scorrevano davanti agli occhi, forse la parola che tutto può riassumere, è attrazione. Il tema principale a cui la vicenda ruota intorno mi ha sbalordita da subito. Ad un certo punto mi sono sentita diversa, come se avessi una malizia che mi scavava dentro. In che senso un figlio per due donne? Come sarebbe a dire una donna chiede ad un’altra un favore? Come si fa a chiedere una cosa del genere e poi come si convive con l’esito di una richiesta tanto efferata?
Quindi sì, potremmo dire che tutto, come spesso accade, è iniziato per dare risposta a degli interrogativi costanti e vorticosi che la mia mente non è stata in grado di placare e anche per mettere a tacere quel giudizio di fondo, che pur dandomi fastidio, non posso negare di avere provato. Perché la letteratura fa anche questo. Spinge oltre i confini del nostro seminato le possibilità infinite che, non soltanto ogni vita, ma anche ogni legame racchiude in sé. E quello che è successo dopo, superato questo iniziale scoglio di inconsapevolezza con cui mi sono approcciata alla storia, è stato meraviglioso. La possibilità di vedere rappresentati dei personaggi come Esther e Rosanna, la sensazione di camminare al loro fianco, di vedere i piccoli e grandi cambiamenti della Storia che li hanno riguardati, sono situazioni che non accadono spesso in narrativa.
Non fa niente con parole attente ed un ritmo fluido e godibilissimo ci consegna alcuni degli insegnamenti più preziosi ed attuali che ci siano; l’importanza del passato per la costruzione ed il miglioramento di quello che verrà, il peso dei legami, come principale baluardo per una vita di valore e la necessità di lasciare sempre il giudizio sospeso. Di fronte alla vita non c’è posto per sentenze e valutazioni assolutiste, ma solo per l’ascolto e la comprensione.
Per imparare ad applicarli un po’ meglio, a me questo libro è servito moltissimo.
- TITOLO: Non fa niente
- AUTORE: Margherita Oggero
- CASA EDITRICE: Einaudi
- ANNO: 2017
- PAGINE: 244
- PREZZO: 19 €